Maternità e senso di colpa: il ruolo del perfezionismo

Quando nasce un bambino, nasce una mamma (e un papà!). E nessuno ci ha realmente insegnato come affrontare questo momento. 

La maternità rappresenta la fase trasformativa più importante nella vita di una donna, ma non ci accorgiamo di cosa significhi realmente fino a che non abbiamo nostro figlio o nostra figlia tra le braccia. 

In questo video vorrei spiegarti in che modo il perfezionismo è alla base del senso di colpa che come mamme proviamo, che causa spesso molta sofferenza e di cui non si parla ancora abbastanza.

Sin da quando scopriamo di aspettare un bambino, e anzi ancor prima, siamo bombardate di messaggi su cosa dovremmo fare e su cosa non dovremmo fare per essere brave mamme, su cosa è più giusto o più sbagliato per il nostro bambino. 

Questi messaggi ci arrivano dalle persone che ci circondano, magari da madri, suocere, amiche, sorelle, dai medici, dalle ostetriche, dai social media, dai libri che iniziamo a leggere. 

Spesso riceviamo messaggi contrastanti tra cui è difficile orientarsi, ma tutto ci fa pensare che ci sia un modo per essere una madre perfetta e che questo dipenda totalmente dalle scelte che facciamo e dalla nostra capacità di rispettare quei canoni che ci hanno trasmesso.

Così, sin dai primi mesi della gravidanza alimentiamo con le nostre fantasie e con le nostre azioni questo mito della maternità perfetta che crea delle aspettative talmente alte che sono praticamente impossibili da raggiungere. 

E di quanto sia impossibile raggiungerle iniziamo a rendercene conto già dalle prime settimane dopo il parto.

Il mito della maternità vorrebbe che fossimo al settimo cielo per il nuovo arrivato, sempre presenti, sempre amorevoli, sempre sintonizzate sui suoi bisogni, capaci di sacrificarci in nome del suo bene, e in grado di sintonizzarci immediatamente con il linguaggio di una creatura che abbiamo appena conosciuto. 

Le settimane passano e siamo assalite dai dubbi più disparati: allattarlo o passare al latte artificiale? Nutrirlo al bisogno o stabilire degli orari? Tornare al lavoro o no? Scegliere il part time o no? Culla in camera da letto o nella sua cameretta? Babysitter sì babysitter no? 

Più passa il tempo, più le domande aumentano. 

Più aumenta la nostra voglia di soddisfare tutte le aspettative che ci eravamo create sulla nostra idea di essere mamma, più aumenta la nostra frustrazione e la nostra ansia. 

E invece di pensare che forse stiamo sbagliando strategia, pensiamo che semplicemente non ci stiamo impegnando abbastanza. 

L’imperativo di essere una madre perfetta è ancora lì, tutti parlano di quanto sia bello essere mamma, sui social è pieno di immagini di una quotidianità nuova, felice, che scorre tranquilla. Iniziamo a confrontare la nostra esperienza con quella delle altre mamme e questo non fa che aumentare la nostra angoscia.

Così sembra che a noi restino solo due alternative: arrenderci, oppure mettere da parte la nostra frustrazione e riempire la nostra agenda di impegni, rinunciare al sonno, e cercare di far stare tutto, la cura del bambino, il lavoro, la relazione con il nostro partner, la cura della casa in perfetto equilibrio. 

Il perfezionismo in sé non è qualcosa di negativo. Ci aiuta a migliorarci, a darci degli obiettivi sempre più ambiziosi, a fare il nostro lavoro con attenzione e cura dei dettagli. 

Ma diventa un ostacolo nel momento in cui non siamo capaci di metterlo da parte per far spazio alla flessibilità. 

E rischia di esserlo nella maternità in cui la flessibilità, la capacità di adattarsi agli imprevisti è la competenza più importante che possiamo imparare. 

Quando diventiamo madri è difficile ma necessario lasciar andare l’idea che siamo in grado di controllare tutto. Non saremo mai in grado di controllare completamente la vita di un altro essere umano. 

Questa illusione di poter tenere sotto controllo la vita dei nostri figli, di poterli proteggere, di poter loro assicurare un futuro radioso, sereno e di successo non ci abbandona tanto facilmente. A volte continuiamo a portarla con noi per il resto della nostra vita, e con essa anche questo viscerale senso di colpa. 

A volte ci approcciamo ai figli e alla maternità come se fossero un progetto di lavoro, qualcosa in cui dobbiamo essere performative e dimostrare di aver fatto le scelte giuste per evitare il fallimento. 

Ma diventare madri non è un nuovo progetto, è una nuova relazione. 

E i tuoi figli non hanno bisogno di una madre perfetta, hanno bisogno di una madre felice. 

Senti di essere una mamma perfezionista?Se ti va raccontamelo nei commenti o scrivimi la tua esperienza a [email protected]

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