Gender Gap: come superare gli ostacoli all’avanzamento di carriera delle donne.
Il termine “soffitto di cristallo” è stato usato per la prima volta nel 1978 da Marylin Loden, consulente aziendale.
Quando si parla di gender gap in ambito lavorativo e/o in percorsi di carriera, si fa riferimento alla metafora del “soffitto di cristallo”, cioè una situazione in cui l’avanzamento di carriera di una persona in un’organizzazione lavorativa o sociale, o il raggiungimento della parità di diritti, viene impedito per discriminazioni e barriere di prevalente origine razziale o sessuale, che si frappongono come ostacoli di natura sociale, culturale, psicologica apparentemente invisibili anche se insormontabili (Wikipedia).
Nel Vocabolario Treccani la metafora del “soffitto di cristallo” è definita come: l’insieme di barriere sociali, culturali e psicologiche che si frappone come un ostacolo insormontabile, ma all’apparenza invisibile, al conseguimento della parità dei diritti e alla concreta possibilità di fare carriera nel campo del lavoro per categorie storicamente soggette a discriminazioni.
Qualche dato sul Gender Gap
Secondo dati Ansa (Ansa.it) in base ad uno studio presentato dallìAssociazione European Women on boards la percentuale di donne Ceo (chief executive officer ossia amministratore delegato) in Italia, nel 2021 è del 3%, il che posiziona il nostro Paese in fondo alla classifica.
La leadership femminile è ancora lontana dall’essere bilanciata: la percentuale di donne nei livelli esecutivi, infatti, è solo del 17%, contro il 32% della Norvegia e il 24% della Gran Bretagna.
AstraRicerche per Gilead Sciences ha condotto l’indagine chiamata Inclusion condotta su un campione di italiani uomini e donne, e resi noti in occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza dell’11 febbraio 2022, iniziativa dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, patrocinata dall’UNESCO.
Dalla ricerca emerge che per gli italiani le donne hanno dei limiti quando si parla di accesso alle professioni e al mondo del lavoro. Colpa della loro scarsa forza, resistenza e capacità fisica (46.9% – e lo pensano anche le donne: 43%) o del loro carattere (27.9%). Tanto che una donna su quattro crede che carriera lavorativa, leadership politica, guadagno da lavoro siano “naturalmente” a maggiore appannaggio degli uomini facendo emergere quanto siano radicati gli stereotipi riguardo la carriera lavorativa di uomini e donne.
Il settimanale The Economist ha creato il Glass-Ceiling Index, un indicatore del soffitto di cristallo in 29 paesi. Gli studi dimostrano che nei paesi in cui i neo-padri usufruiscono del congedo parentale, le madri tendono a reinserirsi nel mercato del lavoro, l’occupazione femminile è più alta e c’è un minore divario di reddito tra uomini e donne.
La buona notizia è che i dati del 2022 in Italia stanno timidamente migliorando, quella ottima è che le donne hanno tutte le carte in regola e le qualità per riuscire nell’avanzamento di carriera.
Gender Gap e competenze
Quando parliamo di competenze possiamo fare una distinzione tra:
- HARD SKILLS che sono tutte quelle competenze tecniche, specialistiche e che possono essere quantificabili e verificabili in maniera abbastanza oggettiva.
- SOFT SKILLS che sono tutte quelle competenze attitudinali e comportamentali e trasversali come ad esempio la socialità, la competenza emotiva intesa come il riconoscimento delle proprie e altrui emozioni, la flessibilità, la capacità di lavorare in squadra, e la capacità di gestire lo stress.
Le soft skills sono quelle che possono essere inserite all’interno di quella che è stata chiamata Intelligenza Emotiva, studiata per la prima volta nel 1990 da Peter Salovey e John D.Mayer e poi teorizzata e trattata approfonditamente da Daniel Goleman nel 1995.
Si tratta di quella capacità che permette di utilizzare sia la logica che le emozioni, per entrare in relazione con gli altri.
Sempre di più, all’interno dei contesti lavorativi e non solo, le soft skills sono necessarie e fondamentali per il benessere e la produttività aziendale ma anche personale e familiare.
Se riflettiamo sulle soft skills notiamo che in modo automatico le associamo a caratteristiche “femminili” perché lo stereotipo riferito al Gender Gap ha origini lontane e radicate all’interno della nostra cultura e non solo, anche l’educazione spesso orienta la nostra percezione riguardo a ciò che è considerato “maschile” o “femminile”.
Gender Gap e Stereotipi
Michèle Favorite, docente di Comunicazione aziendale alla John Cabot University a Roma ed esperta e consulente di temi di sviluppo della carriera, nel suo articolo “L’incredibile paradosso” del 2016, sostiene che le donne siano reticenti nel mettere in risalto le loro soft skills.
Hanno timore di apparire “poco professionali”, “troppo femminili”, condizionate da realtà familiari che esse ritengono siano “stigmatizzanti” e “limitative” specialmente agli occhi di chi le valuta, e cioè uomini. E così sprecano preziose occasioni per mettere in luce quei tratti distintivi che rendono una donna davvero unica e speciale e capace di aggiungere valore.
Favorite prosegue suggerendo che molte donne tendono a pensare che per essere il leader di un gruppo di manager con conoscenze specifiche, devono avere almeno lo stesso livello di competenza tecnica, se non superiore, dei loro subordinati.
E così diventano perfezioniste, accumulano esperienze specifiche per sentirsi alla pari con gli uomini. Le soft skills che le donne tendono a possedere abbastanza naturalmente grazie al loro ruolo familiare e sociale, sono anche generalmente sottovalutate e non valorizzate ed in effetti la tendenza al perfezionismo per poter mostrare di essere “all’altezza”, è una costante femminile.
Citando Favorite: “Il paradosso è che le donne, naturali depositarie di un patrimonio di “soft skills” anche per la loro esperienza di maternità, faticano a valorizzarle. Occorre studiare percorsi per insegnare loro a metterle in risalto”.
Come superare il Gender Gap nelle carriera?
Come Marcel Proust ci suggerisce “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi”.
Ribaltando lo stereotipo per cui le soft skills sono qualità prettamente femminili, ci accorgiamo che possiamo usare lo stereotipo a favore delle donne, iniziando primariamente a riconoscere e poi a valorizzare senza temerle, tutte quelle competenze trasversali che per cultura, natura ed educazione le donne possiedono.
Le soft skills non sono solo “femminili”!
Soprattutto sono utili e richieste nel mondo lavorativo e necessarie per gli avanzamenti di carriera e per poter trovare un equilibrio tra vita privata, familiare e lavorativa.
Seguendo l’importante intervento di Michéle Favorite, la valorizzazione delle soft skills va di pari passo alla costruzione della propria autostima come donne, madri, lavoratrici, amiche, amanti e in tutti i ruoli che tutto ciò che ricopriamo.
Roberta Milanese (2020) illustra un decalogo per la sana autostima dal quale possiamo ricavare alcuni punti fondamentali in linea con la valorizzazione delle soft skills:
- Affronta le sfide che la vita ti propone, l’evitamento di alcune situazioni non fa altro che aumentare il problema. Affrontare le varie situazioni che ci capitano, nel miglior modo possibile, ci aiuta a scoprire e sviluppare le nostre capacità.
- Alza progressivamente l’asticella ma non porti obiettivi impossibili, qualunque abilità ha necessità di tempo per essere sviluppata e appresa.
- Nessuno puo’ fare scelte al posto tuo, il delegare ad altri alcune scelte che ci riguardano, conferma la nostra incapacità nell’affrontare determinate situazioni.
- La perfezione è nemica dell’eccellenza
- Non si puo’ piacere a tutti e soprattutto in ambito lavorativo, negli avanzamenti di carriera questa consapevolezza ci aiuta nel mostrare agli altri quello che veramente siamo, con le nostre capacità e i nostri limiti.
Aggiungiamo un aspetto fondamentale nella valorizzazione delle soft skills
- Asseconda i tuoi talenti, ognuno di noi ha dei talenti particolari, specifici e originali che come un piccolo germoglio hanno necessità di acqua e nutrimento per poter crescere, svilupparsi e potenziarsi.
